Ricorrenze e cerimonie ufficiali
L’associazione cura l’organizzazione e l’allestimento della manifestazione in occasione dell’anniversario dell’eccidio ardeatino che si tiene presso il Mausoleo delle Fosse Ardeatine alla presenza delle autorità e dei famigliari delle vittime. Ogni anno, nel cortile antistante le cave e il sacrario risuonano i nomi dei 335 uomini uccisi quel 24 marzo 1944, ai quali è dedicata la preghiera comune ebraica e cattolica.
L’ANFIM mantiene vivo il ricordo dei martiri promuovendo e partecipando con il proprio gonfalone alle cerimonie e onoranze civili e religiose in tutta Italia, nei luoghi dove si è consumato il sacrificio di uomini e donne di tutte le età e provenienze per mano dei nazifascisti.
ANFIM: le cerimonie ufficiali
27 gennaio – Giorno della Memoria
3 marzo – Anniversario Teresa Gullace (Roma)
24 marzo – Anniversario Eccidio Ardeatino (Roma)
3 aprile – Anniversario Don Morosini (Ferentino)
7 aprile – Anniversario Eccidio Leonessa
9 aprile – Anniversario Eccidio Reatino
25 aprile – Anniversario della Liberazione
26 maggio – Anniversario Eccidio Madonna della Pace (Agosta)
3/4 giugno – Liberazione di Roma (Eccidi di Forte Bravetta e La Storta)
19 luglio – Bombardamento Aereo di Roma-San Lorenzo
12 agosto – Anniversario Eccidio Sant’Anna di Stazzema (Lucca)
8 settembre – Anniversario della Difesa di Roma
30 settembre / 7 ottobre – Anniversario Eccidio Marzabotto (Bologna)
7 ottobre – Anniversario Eccidio Bellona (Caserta)
16 ottobre – Deportazione degli ebrei romani
2 novembre – Commemorazione defunti
La memoria delle vittime degli eccidi nazifascisti
Fonte: Geografia del dolore, Edizioni ANFIM
Agosto-Settembre 1943
18 agosto 1943 – CASTIGLIONE DI SICILIA (Catania)
L’armistizio non è stato dichiarato e l’Italia e la Germania sono ancora alleate. Le truppe tedesche, inseguite dagli americani, entrano nel paese e sparano sulla gente che incontrano. I morti sono 16 e 20 i feriti più gravi. Le case vengono tutte prima depredate e quindi bruciate.
9 settembre 1943 – BARLETTA (Bari)
In seguito a un tentativo di resistenza, peraltro non riuscito, alla occupazione tedesca dopo l’armistizio, sono massacrati in piazza 33 cittadini presi a caso. Tra questi 2 netturbini e 11 vigili urbani ritenuti responsabili dell‘ordine pubblico, perché vestivano una divisa.
13 settembre 1943 – AVERSA-CONTRADA CASALUCE (Caserta)
In seguito a un colpo di fucile sparato da un marinaio italiano nel porto di Napoli, contro un carro armato tedesco, 14 Carabinieri vengono arrestati, trasportati ad Aversa e qui uccisi per rappresaglia. Prima della esecuzione si sono dovuti scavare la fossa e si sono dovuti inginocchiare uno accanto all’altro.
16/24 settembre 1943 – RIONERO IN VULTURE (Potenza)
Dai tedeschi in ritirata vengono in questo periodo massacrati 17 contadini, rei di aver sottratto alla requisizione dei reparti in fuga alcuni generi alimentari, nascosti nelle case.
19 settembre 1943 – BOVES (Cuneo)
Molti soldati dei reparti italiani che si sono sciolti I’8 settembre, si radunano nei boschi. Il 16 settembre i tedeschi intimano la resa e la consegna di tutte le armi e ottengono solo uno sdegnoso rifiuto. Il 19 comincia il massacro della popolazione civile che dura per qualche giorno.
Alla fine le case bruciate-sono oltre 350 e i cittadini trucidati 45.
22/23 settembre 1943 – MEINA (Novara)
Nella notte tra il 22 e il 23 settembre un reparto di SS si presenta al Grand Hotel, dove sono rifugiate alcune famiglie ebree in attesa di poter passare in Svizzera. Si tratta complessivamente di 16 persone. 12 di queste vengono uccise nella stessa notte, nel salone dell’albergo, con un colpo di pistola alla nuca. Gli altri 4, un vecchio nonno con 3 nipotini, all’alba sono fatti salire su di una barca, trasportati al centro del lago Maggiore e, quindi affogati.
Ottobre 1943
2/3 ottobre 1943 – ACERRA (Napoli)
In seguito al ferimento di un maresciallo tedesco, preposto alla requisizione di automezzi privati, per rappresaglia viene incendiato l’intero paese, senza nessun preavviso. A chi tenta di uscire dalle case durante l’incendio vengono sparate raffiche di mitra. Muoiono arsi in questo eccidio 87 persone, tra cui molte famiglie al completo con donne e bambini.
2 ottobre 1943 / 1 maggio 1945 – FOSSE DEL NATISONE (Cividale del Friuli – Udine)
Nella sede della caserma «Principe di Piemonte», requisita dai tedeschi, vengono torturate, massacrate e fucilate centinaia di persone, senza nessuna parvenza di processo. | corpi venivano gettati nel torrente Natisone che scorreva lungo il muro della caserma. A liberazione avvenuta furono esumate 105 salme, di cui pochissime identificate. Non si conosce nemmeno approssimativamente il numero totale dei Martiri.
5/6 ottobre 1943 – LANCIANO (Chieti)
11 5 e il 6 ottobre scoppia la rivolta generale contro gli occupanti nazisti. Cadono in combattimento 50 soldati tedeschi. Seguono spaventosi massacri e moltissime fucilazioni di cittadini presi a caso. Tutte le case vengono metodicamente saccheggiate e rase al suolo. Nonostante l’ordine categorico dei nazisti, la popolazione rifiuta di abbandonare la citta. Lanciano è liberata dagli Alleati il 3 dicembre e, da quel giorno fino al giugno 1944, i tedeschi per vendetta la bombardarono quasi quotidianamente. | morti, complessivamente, sono oltre 1.000. Citta dichiarata Martire e decorata di Medaglia d’Oro al V.M.
6 ottobre 1943 – BELLONA (Caserta)
In seguito all’uccisione di un soldato tedesco, provocata dal fratello di una donna che stava per essere da lui violentata, si ha una terrificante rappresaglia. Il paese viene circondata, le case tutte saccheggiate e 54 abitanti, tra cui 6 sacerdoti, sono portati in una cava di pietra e qui uccisi a raffiche di mitra. Con delle mine fatte esplodere si cerca di occultare il misfatto. Oggi questo luogo sacro è stato ribattezzato dal popolo «La Cava dei Martiri» 10/10/97 con «motu proprio» il Capo dello Stato O.L. Scalfaro ha conferito alla citta la medaglia d’oro al V.M.
13 ottobre 1943 – CAIAZZO (Caserta)
Due ore prima dell‘arrivo delle truppe Alleate, senza nessun plausibile motivo, spinto da cieca rabbia e da bramosia di bottino, un reparto tedesco in ritirata massacra 22 contadini, tra cui donne e bambini. Le case sono saccheggiate e incendiate.
22 ottobre 1943 – PIETRALATA (Borgata di Roma)
La popolazione della borgata, affamata, si impossessa di alcuni viveri lasciati dai soldati italiani nel Forte di Pietralata dopo l’8 settembre. I tedeschi che volevano rapinare quanto era rimasto, per rappresaglia fucilarono 10 giovani, accusati di simpatizzare per i comunisti. All’ultime momento uno dei 10 viene risparmiato perché non aveva ancora compiuto i 14 anni, ma immediatamente è sostituito con un ciclista di passaggio che viene fucilato.
Novembre-Dicembre 1943
19 novembre 1943 – PIETRANSIERI (Frazione di Roccaraso-L’Aquila)
I tedeschi in ritirata incendiano e distruggono l’intero paese. Si ordina la deportazione in massa dell’intera popolazione che non può portare via
nulla di tutto ciò che possedeva. 128, tra vecchi e bambini, che non potevano camminare con la massa o che non riuscivano a tenere il passo, vengono massacrati sul posto e durante il trasferimento. Citta Martire e Medaglia d’Oro al V.M.
2 dicembre 1943 – LOVERE (Bergamo)
I fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana fucilano in piazza 13 giovani che avevano professato apertamente idee antifasciste, dopo aver fatto subire loro atroci torture.
28 dicembre 1943 – CARDITO (Frazione di Vallerotonda-Frosinone)
Senza motivo, per puro sadismo, un reparto motorizzato di Alpenjéger tedeschi, incrociando una colonna di profughi, per la maggior parte donne, bambini e vecchi che trascinavano le loro povere masserizie, li mitraglia e ne uccide 37. Molti rimangono feriti.
28 dicembre 1943 – CAMPEGINE (Reggio Emilia)
Eccidio dei sette fratelli Cervi presso il Tirassegno di Reggio Emilia. A ciascuno di essi, prima dell’esecuzione è chiesto di aderire alla Repubblica Sociale: in tal caso avrebbero salva la vita. Tutti rifiutano sdegnosamente.
30 dicembre 1943 – FRANCAVILLA AL MARE (Chieti)
L’abitato della cittadina è distrutto al 90% per mezzo di un tappeto di mine. In seguito al ritrovamento del cadavere di un soldato tedesco, per rappresaglia vengono trucidati 20 paesani, catturati nelle pochissime case ancora in piedi. I loro cadaveri, per disprezzo, vengono gettati in un letamaio.
31 dicembre 1943 /3 gennaio 1944 – BOVES (Cuneo)
Si ha a Boves una seconda violenta rappresaglia tedesca dopo quella terribile del 19 dicembre. Questa volta le forze impiegate sono molto più numerose e dopo un meticoloso saccheggio vengono distrutte dalle fondamenta oltre 500 case. Nelle strade del paese vengono trucidati 157 giovani.
Gennaio 1944
10 gennaio 1944 – PEVERAGNO (Cuneo)
In piena mattina, mentre il paese era affollato per il mercato settimanale, le SS irrompono nella piazza e aprono il fuoco sulla folla dei contadini. I caduti sono 29. Le case vengono poi incendiate e distrutte. Non si può trovare nessuna ragione plausibile per questo eccidio.
Marzo 1944
Marzo 1944 – MONTALTO (Frazione di Cessapalombo — Macerata)
In successivi giorni, «per dare l’esempio», le «brigate nere» fucilarono 314 giovani del luogo, sulla piazza principale. La frazione conta solo 300 abitanti.
10 marzo 1944 – MONCHIO (Frazione di Palagano – Modena)
Paracadutisti della divisione di SS «Herman Goering» massacrano nei modi più inauditi, spesso a colpi di baionetta, 130 civili di questa frazione di soli 800 abitanti. Si tratta della più terribile strage compiuta dai nazisti nell’Appennino modenese. Il motivo addotto è quello di terrorizzare la popolazione perché non aiuti in nessun modo i partigiani che sono sulle montagne. Dopo l’eccidio le case vengono tutte saccheggiate e bruciate. In realtà si ottiene l’effetto opposto: i superstiti divengono i maggiori collaboratori dei combattenti nella offensiva d’estate che porta alla libera
Repubblica Partigiana di Montefiorino.
20 marzo 1944 – CERVAROLO (Frazione del Comune di Villa Minozzo – Reggio Emilia)
Paracadutisti della divisione di SS «Herman Goering», al comando del capitano Hartwing, distruggono il paese dopo averlo interamente depredato e dopo aver massacrato donne e bambini. Gli uomini superstiti vengono ammassati in un cortile, denudati, lasciati per ore nella neve. Alla fine 27 di essi vengono fucilati.
22 marzo 1944 – CAMPO DI MARTE (Tribunale Fascista di Firenze)
Per dare un esempio 5 giovani renitenti alla leva vengono fucilati davanti a reparti di reclute appositamente schierati. Questo tribunale fascista, presieduto dal generale Raffaele Berti, in solo due mesi. per la stessa ragione ha comminato 23 condanne a morte.
22 marzo 1944 – CESSAPALOMBO (Macerata)
26 giovanissimi partigiani, tra i quali alcuni ragazzi di 15/16 anni, si arrendono alle «brigate nere» durante un rastrellamento in cambio della promessa di aver salva la vita. Vengono tutti immediatamente fucilati.
28 marzo 1944 – MONTEMAGGIO (in Val d’Elsa – Siena)
Le «Brigate nere» catturano 17 giovani che non si erano presentati ai bandi di richiamo alle armi e, senza nessuna parvenza di processo, li fucilano in piazza, davanti alla popolazione radunata. Oltre ai 17 giovani trucidati, altri due, che avevano tentata la fuga, sono stati inseguiti ed uccisi. I Martiri, quindi, sono 19.
30/31 marzo 1944 – RANNE DI GRAGAGNO (Gorizia)
Reparti della «Decima Mas» e un gruppo di SS sorprendono 23 ex militari italiani e disarmati, provenienti dal XIII Reggimento fanteria «Isonzo», che si erano fermati per rifocillarsi. Solo 3 riescono a fuggire. L’unico ufficiale, un sottotenente, viene immediatamente impiccato con filo di ferro. | 22 soldati, uniti a 10 anziani del luogo. vengono trucidati a raffiche di mitra mentre, incolonnati, marciano verso la vicina Anhvo. Non è stata possibile alcuna identificazione dei Caduti.
Aprile 1944
3 aprile 1944 – CUMIANA (Torino)
Per rappresaglia, dopo un breve combattimento con un gruppo di partigiani, i tedeschi, non avendone catturato nessuno, si scagliano contro la popolazione del luogo. 58 cittadini che erano rimasti nelle loro case, vengono catturati, ammassati in un porcile e qui massacrati a colpi di mitra e di bombe a mano.
3 aprile 1944 – OPICINA (Trieste)
Per rappresaglia, avendo la popolazione locale fornito viveri a una brigata partigiana, i tedeschi rastrellano 72 abitanti e li uccidono a raffiche di mitra, dopo averli divisi in gruppi di dieci.
6/7 aprile 1944 – MASSACRO DELLA BENEDICTA
Alla “Benedicta”, antico convento trasformato in cascinale, situato sul Bric dell’Arpescella, a sud ovest del Tobbio (Appennino Ligure-Piemontese), era sistemata l’intendenza della terza brigata “Garibaldi”. Questa era meta di molti giovani che, per sfuggire ai bandi di reclutamento e ai rastrellamenti, ingrossavano le file di due unità partigiane: la terza “Garibaldi” e la Brigata autonoma “Alessandria”. IL 6 aprile è deciso un radicale rastrellamento operato da truppe tedesche, con l’impiego di oltre 5.000 uomini, artiglierie e aerei. la battaglia è cruenta e si conclude con la sconfitta delle truppe partigiane. All’alba del 7 aprile inizia la feroce rappresaglia sui prigionieri, 97 giovanissimi, privati di ogni effetto personale che potesse poi identificarli, sono fucilati nei pressi del convento a gruppi di 5. Altri 78 vengono massacrati in varie località della zona e 149 sono deportati nei lager, da cui quasi nessuno farà ritorno.
7 aprile 1944 – CASTELDIECI (Pesaro)
Le SS per rappresaglia, non avendo potuto catturare un gruppo di partiginia, avvisati dalla popolazione e riparati in montagna, massacran a Fragheto (frazione di Casteldieci) 39 contadini, tra cui alcune donne e molti bambini. Tra questi anche un dodicenne chiuso in un busto di gesso per una frattura alla spina dorsale che, rimasto ferito, implora inutilmente di essere salvato. Nella strage viene sterminata l’intera famiglia Gabrielli, composta di 9 adulti e di un bambino di pochi mesi.
12 aprile 1944 – PARTINA DI BIBBIENA (Arezzo)
Reparti di SS di passaggio distruggono totalmente il villaggio dopo averlo saccheggiato. Raccolgono poi tutti gli uomini validi e ne massacrano 28 a raffiche di mitra.
13 aprile 1944 (località non indicata, ndr)
Accusati di aver simpatizzato con i partigiani, 29 cittadini vengono portati sulla piazza principale dalle SS, cosparsi di benzina e bruciati davanti a tutta la popolazione.
22 aprile 1944 – GUBBIO (Perugia)
Prima di abbandonare la città, reparti di truppe tedesche, per pura ferocia, senza alcuna giustificazione plausibile, massacrano 40 ostaggi a raffiche di mitra, dopo averli costretti a scavarsi la fossa.
24 aprile 1944 – SANTA LUCIA DI SAN GIOVANNI VALDARNO (Arezzo)
Impiccagione di tre patrioti che devono essere uccisi in località nascosta, in quanto una folla di donne impedisce l’esecuzione ufficiale sulla piazza del paese.
27 aprile 1944 – RECOARO TERME (Vicenza)
In seguito all’uccisione di un tedesco sorpreso a rubare, vengono interamente incendiate e distrutte le contrade di Carnale, Storti e Pace. Le case rase al suolo sono 70. Non è calcolabile il numero di morti.
Maggio 1944
4 maggio 1944 – Arcevia (Ancona)
A 64 chilometri da Ancona, su di una altura nota come Monte S. Angelo. avviene uno scontro con truppe tedesche e pochi partigiani. Per rappresaglia i tedeschi si scagliano contro la popolazione inerme della zona circostante. Tutte le case vengono incendiate e in esse trovano la morte donne e bambini. Alla fine i massacrati sono 65.
L’eccidio di Arcevia su Atlante delle Stragi Nazifasciste >
5 maggio 1944 – Mommio e Sessalbo (Frazione di Fivizzano, Massa)
La gran parte della popolazione di Mommio, avvertita dai partigiani, abbandonò la frazione prima del rastrellamento nazista. Ma 6 abitanti vollero rimanere nelle loro case e furono fucilati dai nazisti. Nella vicina località di Sessalbo 16 uomini furono fucilati sulla piazza del paese. I superstiti delle due località, rientrati dai rifugi, spensero gli incendi, sotterrarono i loro congiunti e raggiunsero le formazioni partigiane sui monti.
L’eccidio di Mommio su Atlante delle Stragi Nazifasciste >
Giugno 1944
4 giugno 1944 – La Storta (Roma)
14 detenuti del carcere di Via Tasso appena abbandonato dai tedeschi in fuga, tutti torturati e fisicamente distrutti, vengono assassinati al quattordicesimo chilometro della Via Cassia. Tra i martiri c’è il vecchio sindacalista Bruno Buozzi. Un secondo camion con altri 29 prigionieri non è mai partito dal carcere perché guasto.
L’eccidio della Storta: visita il sito web >
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Luglio 1944
4 luglio 1944 – CASTELNUOVO DEI SABBIONI (Fraz. di Cavriglia – Arezzo)
Le truppe tedesche, al momento di abbandonare il paese, incalzate dai soldati alleati, raccolgono nella piazza tutta la popolazione. Fanno allontanare le donne dicendo loro: «Qui da noi fare grande luce». 73 uomini vengono mitragliati e sul mucchio dei morti e dei feriti vengono ammassati mobili e suppellettili presi dalle case. Il tutto è cosparso di benzina e incendiato. Nello stesso giorno, qualche ora dopo, la stessa orribile strage è perpetrata a Meleto, altra frazione di Cavriglia. In complesso i morti del 4 luglio furono qui ben 184.
10 luglio 1944 – BADICROCE (Arezzo)
La Fattoria di Badicroce viene occupata dai nazisti, malgrado la presenza di un considerevole numero di sfollati. Il proprietario dott. Alberto Lisi, inviso ai nazisti è costretto alla fuga. Purtroppo uno dei germanici occupanti viene ucciso ed il comando nazista ordina la rappresaglia: tredici innocenti vengono trucidati.
12 luglio 1944 – OFFAGNA (Ancona)
Tedeschi in ritirata massacrano una intera famiglia di 5 persone dove avevano passato la notte.
14 luglio 1944 – ALAGNA (Vercelli)
16 giovani partigiani, tra i quali 14 carabinieri, che si erano arresi con la promessa di aver salva la vita, vengono immediatamente fucilati dalle SS, senza nemmeno una parvenza di interrogatorio.
19 luglio 1944 – LOVARIO E ROZZO (Vercelli)
Per rappresaglia, avendo la popolazione simpatizzato con i Partigiani, vengono presi a caso 15 giovani e fucilati sulla piazza davanti agli abitanti costretti a presenziare.
22 luglio 1944 – SAN MINIATO (Pisa)
Nelle prime ore del 22 luglio, dopo lunghe trattative tra il comando germanico ed il Vescovo della Citta, viene revocato lo sfollamento di S. Miniato, ma tutti gli abitanti devono raggrupparsi nella Cattedrale. per salvarsi dai bombardamenti alleati. Dopo alcune ore l’artiglieria germanica, nell‘iniziare il fuoco contro le Forze anglo-americane avanzanti, dirige il fuoco contro la Cattedrale e la centra con una granata, causando l’uccisione di 54 innocenti.
23 luglio 1944 – BUTI (Pisa)
In località «Piavola» le SS naziste in azione di rastrellamento, catturano un folto gruppo di persone, Da tale gruppo, con la collaborazione di spie repubblichine, vengono scelti 19 uomini, giovani ed anziani che sono ritenuti in relazione con il movimento partigiano, Allineati contro un muro | diciannove prigionieri vengono trucidati.
25 luglio – 22 agosto 1944 – BAGNASCO (Cuneo)
In queste due date vengono effettuati meticolosi e spaventosi rastrellamenti. Le case sono in gran parte distrutte, molte decine di abitanti massacrati e centinaia di essi deportati nei lager di sterminio.
25 luglio 1944 – PASSO DEL CARNAIO (Forlì)
Dopo un fitto rastrellamento, i tedeschi radunano sulla piazza tutti gli abitanti del luogo e incendiano le case. Un ragazzo che cercava di nascondersi è impiccato a un albero come esempio. Le donne vengono allontanate. Vengono riuniti ai catturati altri rastrellati e ne vengono fucilati 30. Il Parroco protesta, ma viene ucciso sul posto.
26 luglio 1944 – PESCIA (Pistoia)
Nella frazione di «Collodi», il comando nazista fu informato che un gruppo di partigiani era nascosto nell’interno della Cartiera Vamberti, cosicché dispose per il rastrellamento. Una pattuglia di soldati tedeschi si recé sul luogo per l’accertamento, ma fu accolta dal lancio di bombe a mano che uccisero un soldato. L’indomani scatta feroce la rappresaglia: numerose case vengono devastate; otto persone sono fermate e condotte al comando per essere interrogate. La mattina del 26 luglio, gli otto sventurati, tra i quali una donna, condotti all’inizio della mulattiera per S. Gennaro, sono obbligati a scavarsi la fossa e fucilati. Due di essi si salvano.
30 luglio 1944 – STRA (Venezia)
Lungo la strada di fondovalle del torrente Tidone, vengono trucidati 9 membri, di una stessa famiglia di contadini, tra cui un bimbo di 2 anni e 5 donne, accusati di aver rifocillato dei partigiani di passaggio.
31 luglio 1944 – NIBBIANO (Piacenza)
Per aver dato asilo ad alcuni partigiani vengono trucidate nelle loro abitazioni 7 donne.
Agosto 1944
1 agosto 1944 – PISA
Una pattuglia di SS per vile delazione, irrompe nell’abitazione di Giuseppe Pardo Roques, Presidente della locale Comunità Israelitica. Sono con lui. 12 persone tra correligionari ed amici cattolici, dopo aver sottratto oggetti di antiquariato, preziosi e valuta rinchiudono i 12 uomini in un locale i assassinano con il lancio di bombe a mano e con il fuoco di mitragliatori.
1 agosto 1944 – RECOARO TERME (Vicenza)
Nella piazza principale di Recoaro, per dare un esempio alla popolazione che aveva dimostrato ostilità verso i nazifasciste che favoriva i partigiani, vengono fucilati 19 lavoratori.
2 agosto 1944 – SAN BIAGIO (Pisa)
Una squadra di SS naziste irrompe in una casa popolare e, con il lancio di numerose bombe a mano, provoca la strage di 12 persone inermi. A poca distanza, con immutabile spietatezza, assassinano con la mitraglia altre undici persone.
4 agosto 1944 – RIGNANO SULL’ARNO (Firenze)
Un reparto di SS fa irruzione nella villa dell’ing. Roberto Einstein, cugino del grande fisico tedesco, per arrestarlo. Non riuscendo a trovarlo dopo aver tenuto una notte in ostaggio la moglie e le figlie e dopo averle violentate le uccidono.
5 agosto 1944 – SAN GIULIANO TERME (Pisa)
Una formazione di SS, all’imbrunire, cattura 4 giovani ritenuti partigiani; per due giorni vengono sottoposti ad interrogatori e torture. I 4 giovani condotti alla frazione di Asciano vengono allineati ad un muricciolo e passati perle armi.
7 agosto 1944 – SAN GIULIANO TERME (Pisa)
La note tra il 6 ed il 7 agosto 1944, salgono in località chiamata «La Romagna» sui monti pisani, in azione di vasto rastrellamento. Le truppe del 3° Reich irrompono negli abitati e catturano centinaia di uomini. Gli sventurati vengono selezionati: gli abili al lavoro inviati ai campi di lavoro in Germania i rimanenti trascinati a Nozzano (Lucca) presso il comando nazista. Sono 68 uomini ed una donna di età differente. L’11 agosto dopo ogni sorta di tortura vengono uccisi.
8 agosto 1944 – CAMPOMORONE (Genova)
Per rappresaglia, in seguito alla uccisione di un milite fascista della RSI da parte di un partigiano, «brigatisti neri», e tedeschi piombano sul piccolo paese e lo distruggono col fuoco. 6 padri di famiglia, catturati vengono fucilati tra le macerie.
9 agosto 1944 – CASCINA (Pisa)
La soldataglia nazista, per rappresaglia, in localita «Pettori» fucila un uomo e nella zona «Anda d’Arno» altre cinque persone.
9 agosto 1944 – ROASIO (Vercelli)
I partigiani uccidono due tedeschi sulle montagne vicine. Per rappresaglia l’intero paese è incendiato. 11 abitanti, presi a €aso, sono fucilati in piazza; 5 giovani tratti dal carcere di Biella vengono impiccati al balcone del Palazzo Comunale e altri 6 ai pali della linea elettrica. 20 ostaggi sono trasportati nei lager, da cui non faranno più ritorno.
9 agosto 1944 – S. ROSSORE (Pisa)
Una squadra di SS naziste penetra in un rifugio per le incursioni aeree, presso le Idrovere di S. Rossore ed uccide barbaramente nove persone che in quel rifugio si erano raccolte, tra esse risaltano 4 giovanette, rispettivamente di 12,13, 16 e 17 anni di età.
10 agosto 1944 – MILANO (Piazzale Loreto)
Per dare un esempio alla città di Milano la «brigata nera» di Ettore Muti fucila davanti a una notevole folla 15 antifascisti prelevati dal carcere di S. Vittore. E lo stesso luogo in cui, a liberazione avvenuta, verranno esposti i cadaveri di Mussolini, di Claretta Petacci e dei più noti gerarchi fascisti.
12 agosto 1944 – S. ANNA DI STAZZEMA (Lucca)
Si tratta di uno degli eccidi più atroci compiuti dai tedeschi nell’Europa occidentale. E la tecnica poi esaltata da Walter Reder, quella cioè che un esercito in ritirata deve lasciare dietro di sé solo «terra bruciata». La mattina del 12 agosto, 3 colonne naziste avanzano da direzioni diverse: da Monte Ornato, dalla strada Pontestazzemese e dalla Foce di Farnocchia. Una quarta colonna si ferma sopra Valdicastello, bloccando le strade di accesso a S. Anna. Comincia un metodico e scrupoloso rastrellamento e il primo grosso nucleo di prigionieri è raccolto in località Vacchereccia. Poi, da tutte le parti, con raffiche di mitra e facendo largo uso di lanciafiamme, si inizia l’orrendo massacro. Vengono trucidati 560 abitanti, tra cui moltissimi vecchi, donne e bambini. In questo informe ammasso di cadaveri qualche giorno dopo, fuggiti i tedeschi, si poterono identificare solo 390 Martiri. La strage continua nei giorni seguenti, man mano che le truppe si spostano: 14 sono fucilati al Mulino Rosso; 6 a Capezzano di Pietrasanta e 53 vengono impiccati a Bardine di S. Terenzio.
13 agosto 1944 – BORGOTICINO (Novara)
In seguito al ferimento, per futili motivi di un soldato tedesco, vengono per rappresaglia fucilati in piazza 13 abitanti presi a caso. Il paese è poi interamente dato alle fiamme e a tutti viene impedito di spegnere l’incendio.
14 agosto 1944 – NODICA (Pisa)
Le stesse truppe che passano per Nodica avevano sparato dai camion sui lavoratori solo per infame divertimento, continuano a fare il loro orribile gioco anche attraversando la «bonifica» di Migliarino. Vengono uccisi altri 9 contadini.
14 agosto 1944 – PONTE DELLA PIETA (Borgosesia – Vercelli)
Le «Brigate nere» impiccano alla ringhiera del Ponte della Pieta, con filo del telegrafo, 5 partigiani prelevati dal carcere di Borgosesia. Il filo di uno di questi Martiri si spezza nel momento in cui egli & gettato nel vuoto. La vittima viene ripescata e nuovamente impiccata. I corpi rimangono esposti per diversi giorni.
15 agosto 1944 – BOVEGNO (Brescia)
Strage fascista perpetrata contro la popolazione civile, accusata di vettovagliare i partigiani. Molte case sono distrutte è rimangono uccisi 14 cittadini. Il giorno dopo arrivano altri «Brigatisti neri» che infieriscono su alcuni cadaveri costringendo gli abitanti a posare in disgustose fotografie onde documentare l’eccidio. Nei giorni seguenti gli stessi reparti continuano a rastrellare, incendiare e uccidere.
17 agosto 1944 – MONTE FEUDO (Fraz. di Dolcedo – Imperia)
Per sospetta collusione degli abitanti con i partigiani, i tedeschi ammazzano 27 contadini presi a caso.
17/19 agosto 1944 – BARDINE DI S. TERENZIO (Fraz. di Fivizzano- Massa)
Questa orribile strage è opera del maggiore Walter Reder, poi responsabile dell’eccidio di Marzabotto. 53 paesani sono rastrellati e portati sul luogo dove due giorni prima vi era stato uno scontro armato tra truppe tedesche e partigiani. Qui vengono prima torturati e poi bruciati vivi. II pomeriggio dello stesso giorno altri 107 abitanti del luogo, tra cui molti vecchi, donne e bambini, portati a Valla, a circa un chilometro, sono ugualmente brutalmente massacrati.
19 agosto 1944 – MUSIGLIANO (Pisa)
Da truppe in ritirata vengono uccisi 3 contadini, rei di aver attraversato la strada, mentre passava un automezzo delle SS.
20 agosto 1944 – PIEVE RIVOSCHIO (Sarsina – Forlì)
Poiché nel paese si avverte una certa simpatia perle forze della Resistenza, le SS, per dare un esempio e per impressionare la popolazione, fucilano 6 contadini e 2 sacerdoti.
23 agosto 1944 – FUCECCHIO (Pistoia)
Le truppe tedesche in ritirata, assediate di rapina ¢ inferocite per la sconfitta, saccheggiano tutte le case, molte ne distruggono e raccolgono tutti gli abitanti che possono trovare donne e bambini anche molto piccoli. Prima di allontanarsi trucidano 120 persone tra cui cittadini di Grosseto, Firenze, Pisa e della provincia di Lucca.
25 agosto 1944 – TORLANO (Fraz. di Nimis – Udine)
Per rappresaglia contro la popolazione maschile che era salita in montagna, le SS raccolgono in una grande stalla 33 tra vecchi, donne e bambini. Dopo averli cosparsi di benzina, li bruciano tutti vivi; è questa una delle stragi più inutili e disumane.
25 agosto 1944- PONTE DEGLI ALLOCCHI oggi PONTE DEI MARTIRI (Ravenna)
12 giovani, sospettati di favorire la Resistenza, Sono catturati dalle «Brigate nere» e, senza alcuna parvenza di processo e nemmeno un interrogatorio, vengono o fucilati o impiccati su questo ponte.
29 agosto 1944 – SAN GIULIANO TERME (Pisa)
In una fossa che si trova nelle vicinanze del «Ponte di Ripafratta» vengono trucidati 24 uomini ed una donna, precedentemente catturati, da un gruppo di SS naziste. Le salme dei trucidati vengono seppellite sul posto.
29 agosto 1944 – LA MORRA (Cuneo)
28 partigiani giovanissimi che si erano arresi e a cui era stata promessa salva la vita, vengono tutti immediatamente fucilati da un reparto della divisione fascista «Monte Rosa».
29 agosto 1944 – PREMOSELLO CHIOVENDA (Novara)
Siamo nella bassa Val d’Ossola e precisamente nelle frazioni di Colloro e Cuzzago. In seguito alla uccisione di un tedesco sorpreso a rubare, vengono date alle fiamme 13 case di abitazione e 35 stalle con tutto il bestiame dentro. Vengono fucilati 4 contadini (2 uomini e 2 donne). Molti rimangono feriti e ustionati. 49 lavoratori validi sono deportati nei lager.
Settembre 1944
6 settembre 1944 – FIGLINE (Fraz. di Prato – Firenze)
Una formazione di SS in fase di ritirata in zona montana a nord di Prato si scontra con una squadra di partigiani ed il combattimento dura a lungo. Esaurite le munizioni, 21 partigiani sono catturati ed 8 partigiani caduti, caricati su carretti, sono trascinati dal luogo dello scontro (Monte Javello) nella frazione di Figline, dove vengono barbara mente impiccati – vivi e Caduti insieme.
7 settembre 1944 – CARIGNANO (Torino)
Per rappresaglia, inseguito ad alcune agitazioni avvenute in città per protestare contro la fame, 8 ostaggi, prelevati dal carcere di Torino, vengono impiccati sulla pubblica strada.
2/10 settembre 1944 – COMUNE DI MASSA
Le SS naziste massacrarono in numerose località della periferia di Massa ben 40 ostaggi custoditi nel Castello-Carcere di Malaspina. Si trattava di Padri della Certosa di Farneta, di diversi ospiti catturati in quella Certosa e di alcuni prigionieri politici.
16 settembre 1944 – FORTE MALASPINA (Carcere di Massa Carrara)
1116 settembre 1944, poche ore prima di abbandonare la zona, le SS sgombrano il Forte di tutti i detenuti: precisamente 159 persone. Questi vengono trasportati presso la Chiesa di S. Leonardo sul Frigido, sulla riva destra del fiume, in un punto in cui si aprivano 3 grandi crateri prodotti da bombe aeree. Qui vengono tutti sterminati a raffiche di mitra e quindi ricoperti con uno strato di terra. Nel 1947 le salme furono esumate e solo 148 furono identificate attraverso i registri del carcere. Tutti gli altri rimasero ignoti.
27 settembre 1944 – CA’ GIUSTINIAN (Venezia)
1126 settembre esplode una bomba a Ca’ Giustinian, che è la sede del comando tedesco, provocando un morto e alcuni feriti. Per rappresaglia vengono prelevati dalle carceri di Venezia 13 giovani che erano stati fermati il 27 settembre, presso la Casa del fascio di San Dona di Piave, viene celebrato uno pseudo processo per direttissima ed emanata la sentenza di condanna a morte. I 13 giovani, portati sulle rovine di Ca’ Giustinian, vengono immediatamente fucilati.
27 settembre 1944 – LIZZANO IN BELVEDERE (Bologna)
Nei giorni della ritirata, senza altro motivo che la sete di vendetta e lo smacco per la sconfitta subita, le truppe tedesche di passaggio distruggono totalmente il paese incendiando le case e depredando il bestiame. Vengono massacrati 29 abitanti, tra cui molte donne.
29 settembre 1944 – GAGGIO MONTANO (Bologna)
In seguito alla mancata cattura di alcuni partigiani aiutati dalla popolazione locale, i tedeschi, per rappresaglia, distruggono completamente la frazione di Ronchidoso. Gli uomini sono tutti in montagna e di conseguenza vengono rastrellati solo vecchi, donne e bambini. In complesso i Martiri sono oltre 70 e tra questi anche un bimbo lattante.
29 settembre / 5 ottobre 1944 – TRA IL SETTA E IL RENO (Bologna)
Secondo una recentissima documentazione i tedeschi in ritirata compiono in questi luoghi, nel periodo a cui si fa cenno eccidi e massacri almeno in 38 località: e si tratta in prevalenza di vecchi, donne e bambini; dato che gli uomini validi erano nascosti o combattevano con i partigiani. Una fonte tedesca « Der Fall Reder» del 1978 ricorda che in quei giorni il numero dei massacrati è stato almeno di 718 Martiri.
Ottobre 1944
7 ottobre 1944 – CAMPAGNOLA (Reggio Emilia)
In seguito a una azione dei GAP locali, che aveva portato alla sottrazione di alcune armi, vengono catturati Pietro Bettini di 64 anni e il figlio, abitanti del luogo. La loro casa è bruciata e i due fucilati sulle macerie.
8 ottobre 1944 – CASALECCHIO (Bologna)
13 partigiani catturati dalle SS qui vengono torturati e seviziati. Stretti alla gola con filo spinato, vengono legati a dei pali confitti in terra in cerchio e qui lasciati in agonia. Solo dopo altre dodici ore sono finiti con un colpo di pistola alla tempia.
13 ottobre 1944 – MANNO (Fraz. di Toano – Reggio Emilia)
Un reparto di SS sorprende 14 giovani partigiani di Sassuolo. Dopo aver dato fuoco alla casa li cattura. | partigiani vengono prima torturati, quindi impiceati con filo di ferro.
Notte 16/17 ottobre 1944 – MASSALOMBARDA (Ravenna)
Le SS dopo aver catturato 10 membri della famiglia Baffé, noti per il loro antifascismo, li sottopongono a terrificanti torture per conoscere informazioni sui partigiani della zona. Tra l’altro a qualcuno vengono trafitte le pupille con grossi aghi. Nessuno parla 5 e allora la rabbia tedesca si sfoga in un orribile massacro. Tutti uccisi e con loro trovano la morte anche altre 13 paesani. Le case vengono rase al suolo.
Novembre 1944
2 novembre 1944 – MUINA (Fraz. di Ovaro – Udine)
150 cosacchi, aggregati alle SS tedesche, per desiderio di preda saccheggiano il paese. Alla fine lo incendiano e, senza alcun motivo massacrano 12 lavoratori.
Notte 16/17 novembre 1944 – LEGORECCIO (Reggio Emilia)
Si tratta di un piccolo villaggio montano del tutto isolato, sede del distaccamento «Fratelli Cervi» della XV Brigata Garibaldi. Nella notte trail 16 e 17 novernbre 24 partigiani vengono sorpresi nel sonno e scannati sul posto.
25 novembre 1944 – BERGAMO
«Il 25 novembre 1944 la OP, agli ordini del Cap. Aldo Rosmini attaccava i Cornalba — un paese in Val Serina — dove aveva sede il comando della V Brigata partigiana Giustizia e Libertà “XXIV Maggio”. Dieci furono i partigiani uccisi in quell’operazione, compresi i responsabili della formazione, a cui si aggiunsero altre cinque Bergamo, rappresaglia nazista, vittime, durante il rastrellamento del 1° dicembre, ad opera dei militi della Guardia forestale di San Pellegrino Terme».
Dicembre 1944
Dicembre 1944 – SABBIUNO (Bologna)
Più di cento detenuti politici, tratti da vari carceri, vengono portati di nascosto, facendo carichi notturni, in questa località a 3 chilometri da Castelmaggiore Qui vengono tutti massacrati a raffiche di mitra e gettati in un profondo calanco. Questa orrenda strage sarà scoperta solo dopo la liberazione di Bologna. Impossibile l’identificazione delle vittime.
3 dicembre 1944 – RIO GORDALE (Imperia)
Paesino posto nei pressi di Castel Vittorio. Un centinaio di soldati tedeschi e di militi fascisti mentre si trasferiscono su automezzi, sono fatti segno a qualche colpo di fucile. Nessun ferito. Per rappresaglia circondano il paese, lo saccheggiano, traggono dai loro letti 26 contadini, uomini e donne, e i fucilano in aperta campagna. Nello stesso luogo, qualche giorno prima, erano stati uccisi altri 7 abitanti.
17/21 dicembre 1944 – SESSO (Reggio Emilia)
Per rappresaglia e per incutere terrore nella popolazione, che chiaramente aveva dimostrato avversione per l’occupazione nazi-fascista, la Guardia Nazionale Repubblicana effettua ampi rastrellamenti nelle campagne e fucila 23 contadini.