Azione partigiana del 23 marzo 1944
Mi riferisco all’articolo a firma Pierangelo Maurizio, pubblicato su Il Riformista.it ieri 27 marzo e volto espressamente a contrastare una versione, definita “a senso unico”, della vicenda di via Rasella, vicenda volutamente e ripetutamente qualificata dall’autore come “attentato” in perfetta linea con la narrativa di destra.
Le tesi rappresentate nell’articolo costituiscono l’ultimo degli attacchi portati scientificamente all’azione partigiana del 23 marzo 1944 nel tentativo di addossare ad essa la responsabilità dell’eccidio di 335 innocenti togliendolo dalle spalle dei nazifascisti.
All’autore non piace la definizione di “azione di guerra” o “atto di guerra”, ma ha evidentemente omesso (amnesia?) che via Rasella è uno degli eventi della seconda guerra mondiale più studiati, approfonditi e discussi storicamente, moralmente, politicamente e umanamente, e che la suddetta definizione non è frutto di comunicazione mainstream, ma delle numerose sentenze che dagli anni cinquanta hanno accompagnato, con tutte le infinite e connesse polemiche, la vita delle famiglie dei martiri ardeatini.
È acclarato che gli alleati hanno spinto la Resistenza a compiere più azioni possibili. Basterebbe leggere le dichiarazioni rilasciate dai loro vertici militari dalla liberazione di Roma in poi per averne contezza.
I Bozen non erano soldati da operetta, ma un reparto inquadrato, armato di tutto punto tanto che, come pure è stato storicamente accertato, molte vittime tra di essi sono dovute allo scoppio delle loro bombe a mano.
Infine, l’insinuazione di una sorta di complotto legato alla compilazione delle (doppie?) schede dei trucidati è una mera speculazione fatta richiamando, oltretutto, il nome di Pilo Albertelli, capo militare del Partito d’Azione.
Già non avevo gradito la non esatta ricostruzione delle ultime 24 ore di vita di mio nonno contenuta nel libro dell’autore, ma avevo preferito far finta di niente. Ora di nuovo egli richiama lo stesso nome per indicare il presunto momento in cui si sarebbe realizzato il risultato voluto dal fantomatico complotto.
Una preghiera all’autore: non citi mai più il nome di Pilo Albertelli, lo lasci riposare sereno nel pantheon dei patrioti.
Francesco Albertelli
Presidente ANFIM Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri
Nipote di Pilo Albertelli