La memoria ha un futuro
25 giugno 2022. Si è svolto presso il Teatro Palladium il convegno storico che ha concluso il progetto dell’Anfim “La memoria ha un futuro”. Il convegno, dal titolo Resistenza, resistenze, componenti della lotta di liberazione nella città di Roma, voleva mostrare come alla costruzione dello Stato repubblicano, attraverso la lotta di resistenza, abbiano contribuito soggetti con ispirazioni ideali e culturali e con provenienze sociali molto diverse. Alla creazione di un tale composito quadro sono stati chiamati storici capaci di visualizzare gli eventi da angolazioni diverse o comunque focalizzate, ciascuna su un particolare aspetto del contesto analizzato.
In apertura, è stato proiettato il video 271 giorni realizzato da Pietro Daviddi e Carolina De Nicolò in occasione di questo progetto e pubblicato sul canale YouTube dell’Anfim.
Gli interventi dei relatori
Miguel Gotor, docente di storia moderna alla Università di Tor Vergata, ha introdotto i lavori, indicando come la storiografia dell’8 settembre sia passata per stagioni diverse, ciascuna condizionata da un particolare clima politico. Esponendo le diverse interpretazioni dell’evento ha inteso sottolineare l’uso politico che viene fatto delle ricostruzioni storiche e il carattere altamente divisivo assunto dall’8 settembre nella memoria collettiva: da morte della patria, per alcuni, a momento che apre alla Resistenza quale secondo risorgimento, più partecipato a livello popolare, capace di riscattare la disfatta morale e civile delle classi dirigenti italiane, per altri.
Antonino Neosi, direttore dei beni storici e documentali e del Museo storico dell’Arma dei Carabinieri, ha ricordato il sacrificio compiuto dai militi per la difesa del territorio nazionale e dei suoi cittadini. Il loro coinvolgimento nell’arresto e nella prigionia di Mussolini, prima, e il rifiuto di derogare al giuramento di fedeltà alla monarchia li rese vittime della vendetta e dell’azione preparatoria di operazioni di guerra contro i civili e gli ebrei, sia dei fascisti che dei nazisti.
Davide Conti, storico dell’età contemporanea, consulente dei tribunali di Bologna e Brescia per le stragi e dell’Archivio storico del Senato, ha indagato gli elementi di novità costituiti dalla guerriglia urbana contro gli invasori e i soggetti responsabili del disfacimento dello Stato italiano. Il suo intervento, intrecciando i temi delle difficoltà organizzative, del coinvolgimento delle popolazioni civili nella guerra contemporanea e delle responsabilità etiche della lotta ai fascisti e agli invasori, ha fatto luce sul desiderio di radicale rinnovamento sociale e politico che animava i resistenti.
Giorgio Benvenuto, giornalista e politico, deputato e senatore, segretario generale della UIL dal 1976 al 1992 e del PSI da febbraio a maggio del 1993, presidente della Fondazione Nenni e fondatore e presidente della Fondazione Bruno Buozzi, ha mostrato il valore del socialismo riformista, incarnato dalla figura di Bruno Buozzi.
Mario Avagliano, giornalista, storico e scrittore, esperto di storia militare, ha incentrato la sua relazione sugli sforzi compiuti dal Fronte militare clandestino guidato dal Colonnello Montezemolo per ricostruire un esercito italiano in grado di combattere a fianco degli Alleati, soffermandosi su aspetti della biografia del militare, mostrando anche aspetti della vita familiare particolarmente toccanti.